Briza, un piccolo grappolo di cuori vegetali fissato lungo il suo stelo che ama abbandonarsi al vento. Sotto il suo soffiare suonano una sottile musica che parla di leggerezza e libertà, un sibilo delicato ma presente, capace di nascondere il rumore dei nostri passi fra le radure, ma di dare spazio alla voce ed al suo canto.
Arrivano da lontano queste note che sento. Portano i colori di un paese che grazie alla sua musica ha conquistato il mondo.
Choros, bossanovas e canzoni popolari che raccontano un Brasile vitale e multiplo nella sua natura india ed afrodiscendente. Proprio lì, lontano dal sibilo della nostra erba sonaglina, vive una brisa avvolgente e calda, quella stessa brezza tropicale che ha dissolto i “pianti” del sax di Pixinguinha, che ha cullato i pensieri di Caymmi, che ha spettinato i capelli ribelli di Chico Buarque, ispirato le melodie di Ivan Lins e Djavan, spingendo le jangadas della sua Maceiò oltre la barriera corallina.
Un incantesimo. Quel vento che arriva da lontano ha ammaliato anche Madalena, portandola ora, donna già realizzata nel suo percorso professionale, ad esprimersi con il canto superando canoni e regole, nel nome di una passione.
I suoi compagni di viaggio, sulla strada di questo amore verso alcuni straordinari classici della musica brasiliana, sono musicisti che da molti anni esprimono con la loro arte, grandi affinità con questa cultura sonora. Stefano Nencha, Stefano Nunzi, Alessandro Marzi, ma anche guests come Eddie Palermo e Nicola Stilo. Con loro, queste nove canzoni creano incanto.
Gli strumenti raccontano, le note intrecciano tessuti sonori essenziali sui quali la voce di Madalena diventa una brezza tropicale, quel soffio di vento elegante che scuote un tappeto di piccoli cuori. Vibranti, dondolano su quelle piccole spighe leggere, nel mare di briza sul quale la sorprendente e calda voce di Madalena naviga sicura.
Max De Tomassi
Briza, a slender stalks grass whose heart-shaped spikelets love to be shaken by the wind. Swinging under its gentle blow they play a natural music that tells of lightness and freedom, a whisper which is capable of covering the sound of our footsteps among the glades but is still soft enough to let the voice and its song be heard.
These notes that I hear come from afar.
They carry the colours of a country that has fascinated the world thanks to its music.
Choros, bossanovas and popular songs that tell of a vital and multifaceted Brazil in its Indian and Afro descent. Right there lives a warm and embracing brisa: the tropical breeze which dissolved the “cries” of Pixinguinha’s sax, which cradled the thoughts of Caymmi, which ruffled the rebellious hair of Chico Buarque, inspiring the melodies of Ivan Lins and Djavan and pushing the jangadas of his Maceiò beyond the coral reef.
A spell. That breeze that comes from afar has also enchanted Madalena; a woman whose career developed elsewhere, and who now expresses herself through singing, overcoming canons and rules, in the name of a passion.
Her traveling companions, on this journey towards some extraordinary classics of Brazilian music, are musicians who for many years have expressed with their art, great affinity with this musical culture: Stefano Nencha, Stefano Nunzi, Alessandro Marzi, but also guests like Eddie Palermo and Nicola Stilo. Thanks to them, these nine songs create a sense of enchantment. The instruments weave essential sounds on which Madalena’s voice becomes a tropical breeze, that elegant breeze that shakes a carpet of heart-shaped spikelets. Vibrant, they swing, a sea of briza on which Madalena’s amazing and warm voice sails confidently.
Max De Tomassi